Come scegliamo in partner?
8 luglio 2020
Colpo di fulmine, attrazione fatale, incontro di anime. Spesso veniamo sospinti ad avvicinarci e ad intraprendere una relazione con una certa tipologia di persone. Alcune donne sono attratte dai Don Giovanni, altre si lanciano alla conquista di partner bisognosi di cure ed affetto trasformandosi in vere crocerossine. Parliamo al femminile, ma questo discorso, ovviamente può essere rivolto anche al maschile.
Uomini che correte dietro a donne inarrivabili, lo sappiamo che ci siete!
La scelta del partner è casuale?
Abbiamo già detto, in un precedente articolo che, la coppia è composta di tre parti: io, tu e noi. Ma, quando scegliamo un partner, quello che è difficile tenere a mente, mentre sentiamo le farfalle nello stomaco o i violini di sottofondo, è che entrano in gioco molti fattori personali che ci guidano,senza saperlo, verso una determinata decisione. Certo, ci attrae una persona per diversi fattori: degli occhi profondi, un modo di fare accattivante, la sensazione di benessere che proviamo accanto a lui. In quei momenti è proprio difficile pensare, siamo spinti da qualche cosa di molto più potente: il desiderio.
La saggezza popolare
“Insomma, ne hai scelto uno che è come tuo padre!”. Questa frase da Siamo Tutti Un Po Psicologi racchiude in sé una parte di veridicità.
In alcune teorie si postula che il partner si possa scegliere per complementarietà: la persona tenderà a ricercare nel proprio partner quelle caratteristiche che ha amato nel suo genitore. Se, per esempio ho avuto un padre, dolce e amorevole, e ritengo che queste siano delle buone caratteristiche, cercherò un partner che le possegga. C’è invece chi opera una scelta per differenza: se mio padre era, ad esempio, un uomo distratto e poco presente nella vita familiare, io posso ritenere che queste caratteristiche non sia delle buone qualità per un possibile partner. Mentalmente è come se prendessi nota di questo elenco di “indesiderabili qualità” e cercassi di fare una scelta maggiormente rispondente ai miei bisogni. In questo modo mi metterò alla “ricerca” di un fidanzato che possegga le caratteristiche opposte, quindi che sia attento e presente.
Tutto così semplice?
No, nella scelta del partner giocano molti fattori. Scegliere una tipologia di fidanzato piuttosto che un altro ci parla inevitabilmente della nostra storia personale e familiare. Quando la relazione non va come noi avremmo voluto, spesso ci assale la domanda “Ma cosa ci trovavo in lui?”. E’ proprio in questo momento che potremmo fermarci a riflettere su altre domande ugualmente importanti: Cosa mi aspetto dal mio compagno? Su quali basi penso che una coppia debba fondarsi? . Ognuno di noi, nella sua testa, sta pensando a delle possibili risposte: amore, condivisione, fiducia, rispetto, impegno, sessualità.
Le nostre idee sulla coppia arrivano da lontano
Vi siete mai chiesti qual è la prima coppia a cui guardiamo nella speranza di cogliere i tratti di quella che riteniamo possa essere una sana relazione? Sono i nostri genitori. Prima di diventare mamme e papà i nostri cari sono stati una coppia, confidenti e amanti. Guardando la loro relazione ci siamo, in qualche modo, fatti una vaga idea di come dovrebbe stare in un coppia.
C’è chi ha visto i propri genitori fare ogni cosa insieme, quasi muovendosi all’unisono. Questo potrebbe aver spinto la persona a ritenere che, una coppia, per funzionare bene, non abbia necessità di ricercare degli spazi individuali. Qualcuno invece potrebbe aver visto i propri genitori scambiarsi continuamente dei piccoli gesti di affetto: prepararsi la colazione al mattino, lasciare la luce accesa di notte in modo che chi rientra non debba trovare la casa buia. Questi gesti potrebbero aver fatto nascere in noi l’idea che la coppia ha bisogno di continue e costanti attenzioni, di cure e amore.
Quello che abbiamo imparato è ciò che vogliamo?
Come scegliamo il partner parla inevitabilmente anche di noi. Abbiamo imparato dai nostri genitori come si possa stare in un rapporto di coppia, ma quello che dobbiamo chiederci è : “ io, cosa voglio da il mio compagno/a?”.
Chiedersi su quali basi si sceglie il proprio partner è un modo per mettere a fuoco i motivi che ci hanno spinti tra le braccia di quella persona. Posso aver avuto dei “genitori sufficientemente buoni” che ci hanno fatto sentire amate e protette e in questo caso cercherò un partner che mi tenga tra le sue braccia ma, piuttosto che sia pronto con me ad esplorare il mondo.
Se invece, ho avuto dei genitori, per mille motivi, poco presenti nel rapporto con me, non attenti a rispondere ai miei bisogni di cura e vicinanza, cercherò un partner che, prima di ogni altra qualità, mi possa far sentire protetta e amata.
Riflettere non solo da single
Noi crediamo nelle domande che conducono ad altre domande per cui ci piace pensare che, da questo piccolo quesito, possano nascere altri strabilianti pensieri in grado di aprire nuovi scenari.
In questo articolo ci siamo soffermati sul fatto che, la domanda sulla scelta del partner nasca solo quando una persona è single. Non è proprio così. Anche quando si è felicemente in coppia è importante condividere i propri pensieri sulla relazione per aumentare il senso di condivisione e intimità.
Il nostro invito è di provarci… la risposta potrebbe sorprendervi!
“ E allora si rimproverò di volere sempre da lei qualche cosa di di più o qualche cosa di diverso da ciò che lei riusciva a dare.” – Elizabeth Jane Howard