Cosa sono le emozioni?
26 agosto 2020
Tu chiamale se vuoi emozioni scriveva Lucio Battisti.
Le emozioni sono un’esperienza molto personale: ognuno di noi sa, nella migliore delle ipotesi, cosa è per lui una certa emozione. Pensiamo ad esempio quando raccontiamo ad una amica qualche cosa di bello che ci è appena accaduto. Per farlo useremo parole come gioia, felicità, euforia. Non è però detto che, la nostra amica intenda per gioia la stessa esperienza emotiva, con le stesse sfumature e gli stessi vissuti, che intendiamo noi.
Questo accade perché all’interno di una famiglia di emozioni, come ad esempio la rabbia, troviamo una miriade di sfumature come l’ira, ostilità, collera. Ciò che accomuna le diverse emozioni è il possedere delle specifiche caratteristiche che permettono, ad ogni individuo, di riconoscere in sé e negli altri una certa emozione.
- il comportamento;
- l’espressione del viso;
- le sensazioni corporee;
- i pensieri riguardo a ciò che sta accadendo.
Come descrivere un'emozione?
Una emozione è uno stato affettivo intenso e di breve durata, con una causa precisa che può essere esterna oppure interna. Il suo scopo è quello di ri-orientare l’attenzione. Troppo complicato? Possiamo pensare all’emozione come ad un triangolo: ha un inizio, un picco (il vertice) e una fase di discesa.
Emozioni primarie ed emozioni secondarie
Le emozioni primarie sono emozioni presenti fin dalla nascita e sono riscontrabili in qualsiasi popolazione, per questo sono definite primarie oppure universali. Queste sono gioia, paura, rabbia, tristezza, disgusto.
Le emozioni secondarie, invece, sono quelle che nascono dalla combinazione delle emozioni primarie e si sviluppano con la crescita della persona e con l’interazione sociale. Rientrano in questa seconda categoria il senso di colpa e la vergogna.
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Emozioni e sentimenti: quale differenza?
Abbiamo detto che l’emozione è uno stato mentale breve. Pensiamo, ad esempio, a quando aprendo la porta di casa, troviamo tutti i nostri amici che urlano “Buon compleanno!”. L’emozione di sorpresa dura un attimo, essa compare sul nostro volto come un lampo e poi lascia il posto al sentimento. Quale sentimento direte voi? Questo dipende. Se siete un tipo estroverso probabilmente sarete felici, entusiasti e commossi. Se, al contrario, non amate festeggiare il vostro compleanno probabilmente proverete tristezza (per gli anni che passano). Se invece state lì a rimuginare su tutto ciò che domani ci sarà da mettere in ordine e pulire probabilmente proverete rabbia.
Dove impariamo a definire una emozione?
Possiamo pensare che, alcune persone, siano a proprio agio con determinate emozioni mentre faticano nel gestirne altre. Ad esempio, ci sono individui che faticano ad esprimere la rabbia. Possono pensare che non “stia bene” arrabbiarsi, o che se esprimono questa emozioni le conseguenze potrebbero essere catastrofiche. Alcuni pensieri potrebbero essere: “Se litigo finirà la mia relazione” oppure “non posso arrabbiarmi con mia madre perchè è mia madre “.
Il modo in cui esprimiamo le emozioni ci viene insegnato da piccoli: i bambini non nascono sapendo definire, riconoscere e verbalizzare, le proprie emozioni. I genitori devono insegnare loro l’alfabetizzazione emotiva, vale a dire, aiutare i propri figli a scoprire il proprio mondo emotivo e a gestirlo. Chi si trova in difficoltà come emozioni complesse come tristezza, rabbia e senso di colpa, può fermarsi a riflettere come questi stati emotivi venivano considerati nella propria famiglia di origine. In alcune famiglie può non essere consentito esprimere tristezza, ad esempio perché questa emozione crea uno stato di agitazione a mamma e papà che subito agiscono per “scacciarla” via.
Le emozioni ci parlano
Le emozioni ci parlano della nostra storia e di come gestiamo, ricordiamo ed esprimiamo un evento. Non esistono, lo ripetiamo, emozioni negative. Esistono emozioni difficili da gestire e sulle quali dobbiamo allenarci. Esprimere ad esempio, in maniera costruttiva la propria rabbia ci aiuta ad affermare la nostra indipendenza, ad esprimere ciò che sentiamo e, ad esempio a migliorare l’immagine che abbiamo di noi stessi. E’ possibile imparare a gestire in modo nuovo le emozioni che ci creano difficoltà: la parola d’ordine è non aver paura di ciò che sentiamo.
“Il dolore esige di essere sentito” John Green