Famiglia è...
23 ottobre 2020
Oggi parliamo di Famiglia. Vi siete mai chiesti che cosa significhi questa parola? Sicuramente è una domanda dalle molteplici risposte: famiglia può voler dire casa, amore, calore ma anche difficoltà e conflitti. Ci sono tanti modi di sentirsi a casa. Ciò che accomuna questi diversi modi è il fatto che la famiglia si può descrivere come il nucleo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dell’individuo.
Che funzione ha la famiglia?
La famiglia ha una funzione fondamentale per ognuno di noi: alimenta il senso di appartenenza che aiuta la persona a capire da dove viene e chi sia. Essa quindi contribuisce a dare significato alla storia di ognuno di noi. Provate a pensare se un giorno vi svegliaste senza riconoscere vostra madre, vostro padre, i vostri fratelli o il vostro partner. Vi sentireste persi, sapreste chi siete ma vi mancherebbe un pezzo della vostra storia, stareste in piedi ma non riuscireste a rintracciare le vostre radici. Una sensazione di sgomento e disorientamento. La famiglia può essere infatti definita come ciò che sta alla base del proprio sé, nutre la propria identità, definisce chi siamo. Essa potrebbe essere pensata come quel luogo dove ognuno di noi si sente al sicuro, si fida delle persone che ha accanto e consente di avere quel sentimento di reciproca appartenenza.
All’interno della famiglia si condividono credenze, norme, abitudini che permettono di leggere e affrontare il mondo esterno, tutto ciò che non è appunto familiare. Vi è mai capitato di entrare in un ambiente a voi sconosciuto? O semplicemente di avere la sensazione di essere capitato/a in una famiglia piuttosto diversa dalla vostra? Questo nuovo ambiente potrebbe avere modi di vivere diversi dai propri: ogni componente può mangiare singolarmente invece che tutti insieme, i compiti del menage familiare possono essere distribuiti equamente invece che gravare su un solo componente … ogni famiglia ha infatti le proprie norme, abitudini e credenze che sono implicite cioè non dette ma direttamente messe in azione. Proviamo a fare un esempio: in alcune famiglie è normale che sia la mamma ad occuparsi della cena. E’ abitudine che il papà dopo cena si possa mettere sul divano e non sparecchi nemmeno il suo piatto. Come mai? Perchè entrambi si sono, tacitamente o meno, accordati che il mettere in ordine la casa sia di competenza della donna. Se le bollette sono gestite dal marito, alla moglie non verrà mai in mente di occuparsene. Quando si ha la sensazione che “è sempre stato così” allora siamo dentro a quel patto implicito, non detto, che si attiva in automatico e in modo inconsapevole. Non c’è un modo giusto o sbagliato di funzionare, ogni famiglia si costruisce un proprio modo un proprio “patto implicito” che la differenzia dalle altre.
Come possiamo pensare alla famiglia?
Proviamo ad immaginare la famiglia come se fosse un essere vivente che ha una sua storia. Come ogni organismo in vita, ha bisogno di cura soprattutto durante i cosiddetti momenti critici. Ma quali possono essere i momenti critici di una famiglia? Ad esempio quando degli individui ne entrano o escono, pensiamo alla nascita di un neonato o quando un figlio ormai adulto lascia il nido entro il quale è cresciuto. Sono tutti momenti che possono essere definiti come fasi di sviluppo della famiglia, momenti delicati perché di transizione come quando si fa un salto e siamo sospesi in aria in attesa di sentire nuovamente il terreno sotto i piedi. Quel momento di fluttuazione è appunto un momento critico caratterizzato da incertezza, novità, ricerca di un nuovo equilibrio. Per affrontare il suo lungo cammino di crescita la famiglia incontra questi momenti di passaggio caratterizzati da un compito di sviluppo che deve essere assolto per il superamento di quella specifica tappa. Il compito di sviluppo di un adolescente ad esempio, è quello di cercare una propria identità, sperimentare le proprie capacità, staccarsi dal nucleo familiare ma contemporaneamente sentirlo come disponibile in caso di bisogno. Allo stesso modo il compito della famiglia è quello di lasciar sperimentare l’adolescente senza tenerlo troppo a sé, dando fiducia e aiutandolo a trovare la propria strada. La costruzione della coppia, l’arrivo del primogenito, l’adolescenza di un figlio, sono tutti momenti delicati durante i quali la famiglia ha bisogno di essere curata, sostenuta, incoraggiata ad affrontare il cambiamento. Come tutti gli essere viventi anche la famiglia ha delle fasi durante le quali può essere più vulnerabile. Sono proprio queste fasi di passaggio che possono metterne in crisi l’equilibrio facendola precipitare nel caos.
Quali sono le caratteristiche che una famiglia deve avere per far fronte a questi momenti così delicati di passaggio?
Sicuramente la flessibilità. Se una famiglia riesce a fronteggiare la novità cambiando prima di tutto al suo interno, allora tale elasticità probabilmente consentirà di fronteggiare le nuove sfide che presenta il momento di cambiamento. Riproponiamo l’esempio sopra citato dell’adolescenza di un figlio: il fatto che i genitori siano in grado di abbandonare lo stile educativo utilizzato quando il figlio era ancora bambino e riescano a sperimentare altri modi per interagire con esso, questo può aiutare a fronteggiare il periodo di transito dall’adolescenza all’età adulta. Il papà non ha più un ruolo periferico come poteva avere quando il figlio era un lattante, ma è importante che il padre possa essere una figura guida e autorevole. La mamma non è più colei che ha un rapporto di dipendenza col neonato ma diventa una fonte di incoraggiamento e un valido supporto per prendere decisioni. Possiamo notare come i vari attori della famiglia debbano modificarsi per fronteggiare questa nuova sfida. Se la famiglia rimane rigida e ferma negli schemi precedenti, il suo sviluppo sarà di difficile realizzazione come se il nutrimento per questo essere vivente non riuscisse ad arrivare nella sua pancia e il suo processo di crescita e sviluppo si fermasse.
Conoscere, individuare le fasi della famiglia nei suoi punti di svolta, esserne consapevoli, può essere la chiave per fronteggiare al meglio queste situazioni critiche di passaggio.