L'esperienza del lutto: la relazione nell'assenza
2 novembre 2020
Molti autori si sono occupati del tema del lutto descrivendone le vari fasi, i sentimenti contrastanti e i pensieri che vengono provati nel momento in cui entra a contatto con il dolore della perdita. John Bowlby autore della teoria dell’attaccamento è per noi di Intrecci un abbagliante “Faro nella notte”. Bowlby sosteneva che le esperienze emotive più intense per le persone fossero sperimentate in situazioni di costruzione, mantenimento e rottura dei legami affettivi. Un pensiero se vogliamo potente ma che racchiude in sè una grande verità.
Pensiamo a cosa proviamo nel momento in cui intrecciamo una nuova storia d’amore. Richiamiamo i ricordi di come ci sentiamo felici ed euforici, meravigliosamente eccitati dall’idea che siamo innamorati e ricambiati. Cosa accade quando, ad esempio, una persona a noi cara viene a mancare? I sentimenti che proviamo possono essere quelli di disperazione, rabbia per un destino che magari sentiamo ingiusto o avverso. Potremmo provare una sensazione di impotenza e sconforto più totale.
L'esperienza del lutto
Nel momento in cui la morte tocca le nostre vite qualche cosa dentro di noi si spezza. Quando perdiamo un amico, un parente qualcuno di significativo per noi dobbiamo fare i conti con l’esperienza del lutto. Un’esperienza potente e dolorosa. Alcune volte inconsolabile. Il primo pensiero è “lui o lei non c’è più”. Non importa se abbiamo, ad esempio, avuto modo di congedarci dalla persona cara o se al contrario la perdita arriva in modo improvviso. La morte ci pone davanti agli occhi l’esperienza della separazione.
La morte come disorganizzazione
Il lutto può essere visto come una disorganizzazione, seppure temporanea, non solo per la persona ma anche per tutto il sistema famiglia. Un momento in cui regna sgomento e smarrimento, in cui si perdono punti fissi. In questa delicata fase una persona compie degli enormi sforzi per cercare di adattarsi al meglio al momento presente. La paura più grande può essere quella di “perdere dei pezzi di sè” di smarrire, se vogliamo quel senso di integrità che ci dà la sensazione di essere completi. Proviamo a mettere luce su cosa accade quando ci troviamo ad affrontare l’esperienza della morte
La gestione di una perdita
Possiamo pensare all’elaborazione del lutto come un processo che dura per tutta la vita. Questo avviene perché la relazione che abbiamo avuto con la persona defunta rimane dentro di noi, e quindi in parte continua a modificarsi assumendo nuove sfumature. Il legame che abbiamo avuto con la persona che ora non c’è più continua ad essere visto e ripensato in un processo continuo, e molto personale. Episodi della vita insieme, frasi dette o non dette, tutto viene in qualche modo rielaborato nella nostra mente.
Elaborare la perdita: “io senza di te”
Nel momento in cui muore una persona per noi significativa ci troviamo ad affrontare una fase in cui tutto prende il tono emotivo del “io senza di te”. In questa fase il pensiero ricorrente potrebbe essere quello di sentire che non sia possibile affrontare la vita e la quotidianità senza l’altro. La perdita ci porta anche a fare i conti con un cambiamento e con un senso di smarrimento. Anche le azioni più banali diventano difficili da pensare e da compiere, piccoli gesti che prima parlavano di “noi” ora parlano di un “io senza te”.
Elaborare la perdita: “Grazie a te…”
Cosa ci rimane dopo la morte? Molte volte le persone che affrontano un lutto se lo chiedono. La frase che molte volte mi è capitato di sentire è “mi rimangono un mucchietto di foto…o la sua collezione di bustine di zucchero…”. Oggetti e cimeli che parlano di memorie e racconti, di vita e di relazioni. La parte più complicata di una perdita è la trasformazione dall’ “io senza di te” al “grazie a te…”.
Quello che possiamo provare a fare è quindi sforzarci di cambiare il modo di guardare alla perdita non focalizzandoci sul senso di vuoto ma su ciò che abbiamo guadagnato dalla relazione con l’altra persona. Un passo difficile e laborioso ma, nel momento in cui ci si riesce, ci si ritrova capaci di trasformare il dolore in un altro modo di amare la persona che ci ha lasciato. “Lei mi ha trasmesso l’amore per la lettura…” oppure “ mi ha lasciato l’amore per la cucina e l’ospitalità”. In queste affermazioni è possibile ripensare alla relazione che abbiamo avuto con chi non è più con noi. Questo legame non si è spezzato ma continua in una forma diversa dentro di noi. Attraverso questo diverso modo di leggere il legame diventiamo consapevoli che ogni incontro con l’altro ci modifica, cambia e arricchisce e che, anche nella perdita, è possibile tenere un filo rosso di memoria, affetto e relazione.