Un genitore nei panni del figlio adolescente

15 gennaio 2021

Che cosa vuol dire mettersi nei panni di un adolescente? Spesso da adulti ci dimentichiamo dell’esperienza vissuta in questa fase della nostra vita. Tutte le certezze che avevamo da bambini iniziano a vacillare. Il corpo cambia, ci guardiamo allo specchio e quel visino tondo e angelico è in un attimo coperto da peli e da sgradevoli puntini bianchi. Le richieste scolastiche diventano sempre più complesse mentre la voglia di studiare diminuisce esponenzialmente. Tutto ad un tratto, i genitori, quei due esseri che vivono in casa con noi, che un tempo ci sembravano “perfetti” a tal punto da voler spendere ogni singolo momento della giornata con loro, diventano due persone noiose che sono in grado di farci venire il nervoso solo respirando. “Cosa mi sta succedendo?” “Cosa sta accadendo al mondo intorno a me?”. Eh sì, è arrivato il momento di dirlo: “Benvenuta adolescenza!”.

Che cos'è l’adolescenza?

E’ quella fase particolare di vita in cui, ogni ragazzo, compie il passaggio da “bambino” ad “adulto”. In questo percorso il compito dell’adolescente è costruire la propria identità che lo accompagnerà, con numerosi cambiamenti, per il resto della sua vita. Le domande che gli adolescenti si pongono sono: “Chi sono?”, “Chi voglio essere?” “Quali sono le mie qualità?” “Quali i miei limiti?”. Affinché questo passaggio di stato avvenga devono realizzarsi varie trasformazioni. Esse alla fine di questa fase, porteranno il piccolo bambino ad essere un adulto autonomo e indipendente, capace di contare su di sé e di affrontare le sfide della vita.

Quali cambiamenti?

Il percorso adolescenziale inizia con una serie di modificazioni fisiche. Gli ormoni fanno sviluppare nei ragazzi i caratteri sessuali secondari che consistono nello sviluppo di peli, cambio della voce, barba per i maschi, il menarca e l’aumento del seno per le femmine. 

I cambiamenti corporei innescati dalla pubertà scatenano importanti trasformazioni anche nella mente degli adolescenti. Vedersi diversi davanti allo specchio porta a dover elaborare una nuova immagine di sé: il nuovo corpo va integrato nella mente. E’ in questo momento che emerge il bisogno di affermare che il proprio corpo appartiene a sé, che fa parte della propria identità e su di esso si possono fare scelte e prendere decisioni. Ecco qui che il figlio arriva con il desiderio di farsi piercing e tatuaggi, metodi di affermazione di sé che spesso preoccupano i genitori. In adolescenza emerge anche la capacità di pensare in astratto “Se io facessi…”, “Se potessi...”, l’attitudine all’autoriflessione e all’introspezione. Queste abilità favoriscono la possibilità di pensare in modo autonomo e di riflettere sulle proprie e altrui emozioni.

Come spesso si può notare, in questo periodo le emozioni sono vissute in modo estremo: sia le emozioni negative sia positive vengono provate in modo più intenso. Questo fornisce la possibilità all’adolescente di imparare a regolare le proprie emozioni e a mettersi nei panni dell’altro sviluppando l’empatia. Un ultimo, ma non meno importante cambiamento, riguarda le relazioni: diventano sempre meno importanti le relazioni familiari, incluse quelle con i genitori, e sempre più importanti quelle con i pari. La relazione con gli amici permette all’adolescente di trovare uno specchio entro cui rivedersi, di dare e ricevere supporto facendo sviluppare le sue capacità di stare in relazione con gli altri. All’interno dei rapporti con i pari spesso si sviluppano delle relazioni sentimentali che rispondono ai bisogni  affettivi, di tenerezza e sensualità dell’adolescente.

Lasciare che anche il rapporto con lui/lei si trasformi

Spesso i genitori si chiedono come poter aiutare il figlio in questa delicata fase della sua vita. Essi hanno spesso la sensazione di non avere la situazione sotto controllo e si sentono impotenti. La sensazione di sentirsi “estromessi dalla vita del figlio” fa provare loro un sentimento di inutilità che porta i genitori stessi ad interrogarsi sulla propria vita, ricercando il senso e l’utilità delle scelte finora fatte.

ll cambiamento in questa fase, non coinvolge solo l’adolescente, ma riguarda l’intero nucleo familiare. Risulta fondamentale che i genitori siano consapevoli dell’importanza del proprio ruolo in questa fase delicata, favorendo costantemente il confronto con il figlio adolescente. 

In questo periodo conflitti aumentano proprio perché, grazie al continuo confronto, anche aspro e vivace, si avviano quei cambiamenti nel rapporto che sono necessari alla famiglia intera per superare questa fase. Si discute per temi apparentemente banali: le uscite serali, i soldi, l’abbigliamento, l’aiuto in casa. Ma le questioni in gioco sono altre: la possibilità di dire di “No”, quella di frequentare persone nuove, di sbagliare e non seguire i consigli degli adulti. Quello che chiede ogni adolescente è la possibilità di sperimentarsi come diverso dai propri genitori, paradossalmente proprio con il supporto dei genitori stessi che hanno il compito di aiutarlo attraverso la ricerca di una “giusta distanza”. Questo non significa per l’adolescente voler rompere il legame ma poter avere la libertà di viversi, di creare nuove relazioni amicali e sentimentali al di fuori della famiglia. La sicurezza di poter sempre tornare gli consente di allontanarsi con maggiore serenità e di affrontare le nuove esperienze sentendosi al sicuro.

Essere base sicura

Tanto più i ragazzi sentiranno che la relazione con i propri genitori è sicura e basata sulla fiducia, tanto più si sentiranno liberi di sperimentare nuovi legami. Non avranno infatti bisogno di continue conferme delle disponibilità dei propri genitori, ma certi di ciò, tenderanno sempre di più a distanziarsi dai genitori per investire su legami e relazioni al di fuori della famiglia.

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“Non mi prendere mai sul serio quando ti dico di lasciarmi. Tienimi, ti prego, tienimi. Vieni quando ti pare, una volta al mese, una volta all’anno. Ma tienimi”. M. Mazantini

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