Diventare adulti: il ruolo della famiglia

25 gennaio 2020

C’è chi crede che, per diventare adulti sia necessario sposarsi o avere dei figli. Diventare adulti è un lungo cammino, fatto di scelte, di entusiasmo e anche di incertezza.  Diventare adulti vuol dire qualche cosa di diverso per ognuno di noi. 

Scopriamo insieme come la famiglia si prepara per affrontare il momento in cui un figlio, lascia la casa dei suoi genitori.

Un lento processo

Diventare adulti richiede un lento processo a differenza di quello che comunemente si crede. Nella isole di Samoa il rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta consiste nel trascorrere qualche giorno da soli nella foresta. Al termine di questa impresa si entra di diritto, nella società degli adulti. Non è necessario però andare così lontano: chi di noi non ha creduto che, diventando maggiorenne, prendendo la patente o lasciando la casa dei propri genitori, non ci si sentisse già più maturi?

In realtà la crescita è un processo che si snoda durante tutto l’arco della nostra vita: esso comprende la capacità di separarsi dalla propria famiglia di origine, il costruirsi una propria identità professionale e anche sociale.

La fase di lancio

Come si diviene adulti? Tutto si può ricondurre all’adolescenza. La capacità dei genitori e dei figli di potersi gradualmente distaccare, lasciando lo spazio necessario al ragazzo per sperimentarsi nella ricerca di sé, e al genitore per potersi adattare a questa nuova fase, crea le basi per il movimento di separazione. Piccoli e grandi cambiamenti insomma che legittimano il giovane adulto a non essere più nè il bambino bisognoso di cure né l’adolescente ribelle che mette in discussione il proprio padre su ogni aspetto. E’ il momento delle scelte, delle decisioni, di quel momento in cui si discute con la famiglia portando il proprio punto di vista senza sentirsi minacciati, invasi nel proprio spazio di scelta e autonomia. E’ il momento in cui un giovane adulto “difende la propria posizione”.

La regolazione delle distanze

Se durante l’infanzia il rapporto con i propri genitori è caratterizzato dalla dipendenza, il bambino infatti non può sopravvivere senza le figure di riferimento, l’età adulta è contraddistinta dalla interdipendenza. L’interdipendenza è la capacità di instaurare e far crescere un rapporto di reciproco sostegno con le proprie figure genitoriali. Genitori e figli, nel corso del tempo potranno sviluppare un rapporto in grado di tollerare la separazione che naturalmente si viene a creare. Un esempio? 

Pensate a come hanno reagito i vostri genitori alla notizia della vostra possibile, o reale, uscita di casa, per andare a convivere o a vivere da soliCome hanno reagito? Si sono dimostrati contenti oppure ostili? Alcuni genitori davanti a questa prospettiva reagiscono in malo modo arrivando anche a pensare che stiano in qualche modo, perdendo il loro bambino. Andare via di casa, lasciare il nido, in questi casi appare un tragico evento.

Le forze modellatrici

Che idee, pensieri e sentimenti avrà una giovane donna di sè se la propria madre appare convinta che, non potrà mai e poi mai farcela da sola nel mondo? I genitori possono avere diverse idee rispetto al momento in cui i loro figli lasceranno la loro casa e diventeranno adulti. Queste immagini potranno venire passate ai figli, non solo con le parole, ma anche con alcuni comportamenti o atteggiamenti. “Portami i panni da lavare perchè lo sai che combini disastri con la lavatrice.” oppure “Quando te ne andrai, io cosa farò qui a casa, tutta sola?”. Idee, atteggiamenti e immagini sono messaggi molto potenti che possono influenzare positivamente  o negativamente la fase di svincolo del giovane adulto. 

La fiducia

Ci sono alcune idee che possono aiutare entrambe le parti, genitori e figli, in questa delicata fase. Al primo posto c’è sicuramente la fiducia. Il genitore può sempre passare al figlio l’idea che quest’ultimo possa avere tutte le capacità che servono per “stare al mondo”, per rendersi autonomo e in grado di prendersi cura di sé. Questi potenti messaggi trasmettono al figlio l’idea che, non solo il figlio, potrà sopravvivere nel mondo ma che non perderà la propria famiglia semplicemente cambiando indirizzo. Al contrario il giovane adulto potrà guardare alla propria casa con orgoglio. Una madre che, ad esempio, nonostante la tristezza per il fatto di non aver più in casa il proprio “bambino”, trovi la forza di rinnovarsi, magari andando a fare volontariato, oppure riprendendo in mano la macchina per dei piccoli spostamenti, riorganizzando la propria vita testimonia, non solo con le parole, ma con l’esempio reale che, nei cambiamenti è possibile, non solo stare ma anche ritrovare nuovi slanci.

Scarica l'immagine e portala con te!

Attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occchi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. Quelli che si mettono un velo davanti alla faccia, che mentono a se stessi non ce la faranno mai.” Christelle Dabos

Leggi i nostri articoli!