Il perfezionismo femminile
17 aprile 2021
Le donne che incontriamo nel nostro percorso professionale si descrivono spesso come lavoratrici instancabili, brave e competenti madri, compagne attente e appassionate. Il loro imperativo è essere perfette.Tutto questo è per loro la regola. Una normale impresa eccezionale. Ma essere perfette richiede una grande quantità di energia, la capacità di soddisfare diverse aspettative, la forza di rimanere salde davanti alle intemperie. Una sfida degna di un supereroe… anzi di una supereroina.
Questo articolo è rispettosamente dedicato a voi, a noi, e a tutte le donne che pensano di dover essere sempre praticamente perfette sotto ogni aspetto.
Dover essere perfetta
Immaginate di dover rispondere ad un ideale di perfezione. Quanta energia mettereste per ogni impresa che affrontate? Quanto vi impegnereste se sentiste che il fallimento non è contemplato? Sarebbe impensabile non riuscire a consegnare una relazione per il capo. Non sarebbe lontanamente immaginabile avere la casa in disordine. Non sarebbe permesso apparire poco curate per andare a fare la spesa. Rispondere in maniera ineccepibile agli alti standard che la donna perfetta ci impone è un’impresa titanica. Non si risparmiano energie né ci si può tirare indietro. Questo implica una notevole pressione interna, una spinta potente nel dover fare ogni attività nel miglior modo possibile. Ma a quale costo?
Il costo del perfezionismo
Non è possibile essere perfette sotto ogni aspetto. Nessuno potrebbe sostenere una tale pressione. Quindi, quando accade il temuto fallimento è possibile che la persona sviluppi diversi sintomi tra cui ansia o attacchi di panico. Inoltre potrebbe comparire il senso di colpa perché non si riesce nell’impresa, perché qualche cosa non è andata nel verso giusto. Il pensiero potrebbe risultare molto rigido del tipo “O lo faccio bene o non lo faccio”. Potrebbe inoltre subentrare un costante sentimento di inadeguatezza che porta la persona a non sentirsi mai capace di autovalutazione, necessitando in questo modo del giudizio degli altri per valutare il proprio operato.
Non posso che essere così
Non è facile dirsi che essere perfetti è uno stile di pensiero e di comportamento a cui non è difficile rinunciare. Cambiare vorrebbe dire modificare una parte della propria identità. E quando sentiamo che un cambiamento ci priva di una parte di noi, la prima risposta è sempre quella di dire “No grazie”.
Ristrutturare il pensiero
A noi di Intrecci piace stimolare il vostro pensiero. Quindi, la prima cosa che vi consigliamo, se vi siete ritrovate in queste righe, è di porvi una domanda: “Perché sento di dover essere perfetta? “A volte questa necessità di perfezione può nascere da un profondo senso di insicurezza. Il pensiero sottostante potrebbe essere quello che, se non si raggiungono alti livelli, si possa perdere l’affetto e la stima che gli altri nutrono verso di noi. Il secondo quesito che è possibile porsi è: “Cosa accade o cosa penso possa accadere quando sento di non essere stata perfetta?” Analizzando le credenze sulla propria non perfetta prestazione è possibile identificare i pensieri sottostanti e verificarne la loro razionalità o meno.
Pensare che, se non sarò in grado di gestire una riunione, andrò incontro al licenziamento, alla disoccupazione e quindi alla povertà è significativamente diverso dal pensare che, se non farò bella figura, il capo potrebbe riprendermi. Identificare i pensieri irrazionali da quelli razionali ci può aiutare a comprendere la nostra modalità di pensare alle possibili conseguenze di un dato evento.
Uno sguardo al passato
Pensate alla vostra infanzia e a come l’avete vissuta. Vi siete sentite in questo modo fin da piccine?
Spesso le donne che vogliono essere perfette potrebbero aver avuto al loro fianco genitori che tendevano ad usare la critica e il biasimo come stile comunicativo predominante. Il sentirsi criticati in modo pervasivo può portare la persona a provare costantemente un sentimento di inadeguatezza verso il mondo. La frase in cui ci si potrebbe maggiormente ritrovare potrebbe essere “Mi sento sbagliata”.
Attraverso il lavoro con un professionista è possibile arrivare ad abbracciare una immagine più reale di se stesse, maggiormente in grado di riconoscere i propri pregi e ridimensionare i propri difetti.