Le trappole del conflitto

15 settembre 2021 

Ogni volta che incontriamo una coppia, sia nel percorso di consulenza sia all’interno dei nostri laboratori di riflessione, ci domandiamo cosa li abbia portati a esacerbare i  normali conflitti  di ogni giorno.  Cosa fa si che una semplice frase come “Hai steso la biancheria?” possa portare alla luce una serie di recriminazioni, attacchi e squalifiche reciproche? 

Come si arriva dai panni non stesi a parlare del modo in cui trattiamo la suocera o della poca cura per il “tempo di coppia”?Da questi interrogativi abbiamo pensato di accennare ad alcune insidie che possono portare una coppia a litigare in maniera poco sana.

Il problema sei tu!

Quando una coppia si trova a vivere un momento di difficoltà la prima azione che solitamente compie, è quella di guardarsi intorno alla ricerca di un colpevole. Ecco quindi che si cerca l’esatto momento in cui le cose abbiano smesso di essere idilliache. In questa forsennata ricerca si inizia diventare esperti investigatori delle mancanze dell’altro, perché, pensare che la colpa della crisi ricada solo su una persona è sempre, diciamolo, la via più facile da percorrere. Sulla nostra bocca, quindi, compaiono i primi aggettivi negativi rivolti al partner: sei pigro/a, arrogante, egoista. Lo stai facendo proprio in questo momento? FERMATI! Attuare questa modalità non fa bene nè a te nè alla tua coppia.

Etichettare il partner in questo modo equivale a fare una brutta fotografia e a comunicare che, tutti i problemi della relazione sono da attribuire a lui/lei. Ma è possibile che una relazione formata da io + te sia naufragata esclusivamente per colpa dell’altro?

Se mi attacchi...mi difendo!

Vi è mai capitato di rispondere al partner in modo sprezzante? A volte accade che, anche una parola, inneschi una vera e propria reazione a catena. Siete in macchina e il vostro partner sta guidando a velocità sostenuta. Voi avete paura e gli chiedete, in modo poco garbato, di rallentare. Lui/lei vi risponde con “Ohhh hai paura?”. Tre parole ed è come mettere benzina sul fuoco. 

Rispondere in questo modo significa porsi sulla difensiva. Probabilmente l’osservazione sulla elevata velocità è stata percepita come una critica e questo ha mosso nel partner una serie di pensieri. Non è molto importante che voi abbiate voluto o meno attaccarlo, l’importante è ciò che da lui viene percepito come minaccioso.

Se mi attacchi...mi chiudo!

Ricordate il nostro articolo sulla rabbia? Bene, se non vi torna alla mente cliccate sul link per andare a scoprire in modo più dettagliato questo sentimento che domina in queste interazioni.

Nel bel mezzo di una discussione possono accadere due situazioni: la prima è un possibile scoppio di ira, urla e grida, la seconda è la chiusura totale costruendo un muro impenetrabile. Trattenere dentro di noi qualunque risposta verbale equivale a fare dell’ostruzionismo. Per gli uomini ostruzionismo di solito equivale a incrociare le braccia al petto, volgere lo sguardo altrove, rimanere ostinatamente in silenzio. Per le donne invece fare ostruzionismo può significare mantenere un contatto visivo diretto ma con un’espressione vuota, come se in realtà, non stessero davvero guardando l’interlocutore. Cosa accade dentro di noi nel momento in cui siamo preda della rabbia?

Il battito cardiaco aumenta, il respiro è rapido, il fiato diventa corto e la sudorazione intensa.. La parte cognitiva, nel momento in cui siamo dominati dalla rabbia si spegne, e ciò che prevale è la parte emotiva. In questo momento è inutile parlare…entrambi il partner dovrebbero sapere a priori che, quando si è attivati in questo modo, non ne può viene fuori niente di buono. 

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Fermati, rilassati e fatti guidare

Se hai appena scoperto che, nel conflitto di coppia, metti in atto queste modalità disfunzionali, c’è una sola cosa che, come dice la battuta di un celebre film puoi fare: “Fermati, rilassati e fatti guidare”. Di seguito vi elenchiamo alcuni piccoli suggerimenti per alleggerire la comunicazione nella coppia e per provare a buttare i semi per un nuovo processo comunicativo.

Usa il linguaggio dell’Io

 Inizia a formulare le frasi partendo da ciò che vorresti e da ciò che desideri. Iniziare una conversazione con “ Mi spiace che la biancheria non sia ancora stesa. Avresti voglia di farlo tu?”. In questo modo esprimiamo il sentimento (dispiacere), che cosa lo abbia suscitato (i vestiti non ancora stesi) e infine una richiesta che ha al suo interno la possibilità di porre rimedio al nostro stato dispiaciuto.

Ci sono sempre due punti di vista

La seconda riflessione che vi proponiamo è che, in ogni conversazione, ci sono sempre due punti di vista e che entrambi sono validi. Quindi, nel momento in cui parlate, ponete attenzione a ciò che volete dire ma anche a ciò che il partner potrebbe leggere o “sentire” nelle vostre parole. In altri termini usate l’empatia: mettetevi letteralmente nei panni del vostro/a compagno/a. 

Osservati e chiedi una pausa

Quando, durante una discussione, ci sentiamo attivati e stiamo ricorrendo all’ostruzionismo, cerchiamo di correre ai ripari proponendo al partner di fare una pausa, dicendo che, in questo momento, non riusciamo a parlare. Cerchiamo anche di dare darci un tempo, perchè il rischio di una pausa senza fine è che poi si scivoli nel silenzio prolungato che finisce con il logorare la coppia.

In questo articolo abbiamo cercato di sintetizzare i principi del litigio inconcludente, quello che non porta da nessuna parte. Quella lite, e tutti l’abbiamo sperimentata, che distrugge più che far crescere ed evolvere. Quindi, il nostro consiglio è quello di provare a  mettere in atto le nostre strategie la prossima volta che vi si presenterà la possibilità di litigare (bene) con il vostro partner!

...e allora si rimproverò di voler sempre da lei qualche cosa di più o qualche cosa di diverso da ciò che lei riusciva a dare. - Elizabeth Jane Howard -

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