Quali sono le competenze di un genitore?

15 luglio 2020

Quali sono le competenze di un genitore

Diventare genitori è una delle vicissitudini più belle della vita.  Questa esperienza però non è priva di difficoltà, momenti in cui una persona si ferma e dice: starò facendo le cosa giusta?”. Essere genitori vuol dire mettere in campo numerose competenze e abilità che permettono di creare una relazione con il proprio figlio che viene “visto” e “pensato” in tutti i suoi bisogni.

Un bambino che è pensato e amato è in grado di sentirsi  capace di affrontare le piccole sfide di ogni giorno e di ricambiare l’amore che riceve. Ciò consente al bambino di sviluppare la propria identità in sicurezza, sentendosi se stesso perché è nel cuore e nella testa del genitore.

La genitorialità è quindi una funzione complessa, che vede al suo interno tanti aspetti e sfumature. In questo articolo analizzeremo le varie competenze e abilità che un genitore mette in campo nella relazione con i figli.

Cosa vuol dire "genitorialità"

La genitorialità è il processo attraverso cui si impara a diventare genitori capaci di prendersi cura e di rispondere in modo sufficientemente adeguato ai bisogni dei propri figli; bisogni che sono estremamente diversi a seconda dell’età (Quali sono i bisogni di un bambino). Ebbene si, non si impara ad essere dei buoni genitori una volta per tutte! Man mano che i figli crescono e i loro bisogni cambiano, le abilità relazionali del genitore si trasformano.  Un adolescente non avrà più bisogno di un padre che si prenda cura di lui cambiandogli il pannolino, ma avrà bisogno di un genitore che lo sprona o lo consola quando prende un brutto voto a scuola o quando viene lasciato dalla ragazza.

Quali sono le funzioni genitoriali?

Le funzioni genitoriali sono le diverse competenze che un genitore mette in campo nella relazione con i figli e che aiutano i bambini ad avere uno sviluppo sano ed equilibrato. DI queste alcune che vengono esercitate maggiormente quando i figli sono in tenera età, come ad esempio la funzione protettiva o quella normativa; ma ce ne sono altre che riguardano tutto l’arco di vita del figlio, come quella affettiva. Vediamone insieme qualcuna.

1- Funzione Protettiva

Questa funzione risponde al bisogno di sicurezza del bambino. Consiste nel fornire relazioni calde di accudimento,per fare vivere una relazione sicura e protettiva. Quando vostro figlio piange, dopo essere caduto al parco, e voi lo abbracciate per consolarlo, state esercitando questa funzione. Siete il suo porto sicuro a cui può tornare in caso di necessità. Avere una «base sicura» dalla quale poter partire e a cui poter tornare dà al bambino la sicurezza di poter essere riaccolto anche quando, magari da adolescente, compirà degli errori.

2- Funzione Affettiva

Questa competenza riguarda il “mondo degli affetti” del bambino. Non significa semplicemente “volere bene” al figlio, ma entrare in connessione con lui. Questo processo viene chiamato «sintonizzazione affettiva»: partecipare ad un sentimento condiviso mette l’adulto in grado di capire il bambino e viceversa, sviluppando in quest’ultimo l’empatia. Se i genitori sono in grado di vivere e condividere emozioni positive insieme ai loro figli, contribuiscono a costruire un mondo affettivo e relazionale sano intorno a tutta la famiglia.

3- Funzione Regolativa

Questa funzione riguarda la capacità di bambini e ragazzi di regolare la molteplicità degli stimoli interni, riconoscendo e gestendo le emozioni.  Ogni volta che vostro figlio si arrabbia, ad esempio, può essere una buona opportunità per aiutarlo ad esercitare questa abilità. Se il bambino ha dei comportamenti molto distruttivi e non riesce a calmarsi da solo, il genitore può intervenire e fare da “contenitore” a quell’emozione che è per il bambino difficile da gestire. La regolazione delle emozioni, inizialmente trasmessa dai genitori, è per il bambino, la base per potersi rendere autonomo e capire cosa sta provando, per poi riuscire a gestire l’emozione in modo da non sentirsi sopraffatto.

4- Funzione Normativa

È la capacità del genitore di dare delle regole chiare motivandole al bambino. Risponde al bisogno fondamentale di bambini e ragazzi di avere dei limiti per dare, attraverso essi, un significato ai comportamenti e agli eventi con cui ci si confronta. Per qualche genitore questa è una delle abilità più difficili. Al giorno d’oggi va di moda il genitore “amico”, che non impone regole e che lascia fare al figlio ciò che vuole. Ricordiamoci che i limiti per i figli sono rassicuranti: permettono loro di adattarsi meglio alla realtà.

5- Funzione Significante

È la capacità dei genitori di dare un senso ai bisogni, ai gesti e ai comportamenti del proprio bambino che apparentemente potrebbero sembrare casuali. Così facendo il genitore fornisce l’opportunità anche al figlio di iniziare a comprenderli e a dargli un senso. Se per esempio un bambino piange ogni volta che deve andare a scuola, il genitore per esercitare questa abilità, può provare a chiedersi quale sia il motivo di questo comportamento. Parlandone con il bambino potrebbe realizzare che ultimamente sono stati poco insieme e lui sente la sua mancanza.

Quali sono le competenze di un genitore
Scarica l'immagine e portala con te!

il "filo rosso"

Il filo rosso che unisce tutte queste competenze è la capacità dei genitori di essere alleati e di sostenersi reciprocamente. Per crescere un figlio è necessario essere consapevoli che il bambino ha bisogno di entrambi i genitori. Essi non necessitano di genitori “supereroi” che si accollano tutta la loro gestione per poi diventare genitori stressati. Occorre lasciare spazio all’altro genitore nel rapporto con il bambino, trasmettendo l’idea della possibilità di fare un “gioco di squadra”, gioco in cui vince tutta la famiglia.

Come sviluppare le competenze genitoriali

Le funzioni genitoriali sono delle competenze che ogni genitore può sviluppare. Il primo passo è chiedersi: “Quali abilità sono il mio punto di forza? In cosa posso migliorare?” Quali invece il mio punto debolezza?. 

Ricordiamoci che ognuno di noi ha imparato ad esercitare alcune funzioni, più protettive o più normative, dai propri genitori.  Guardandosi indietro e focalizzandosi sul proprio stile genitoriale possiamo scegliere consapevolmente che cosa tenere e che cosa provare a modificare delle competenze imparate. Partendo da queste domande, ognuno di noi può lavorare sull’aspetto della genitorialità che sente come più carente, nella consapevolezza che non esiste il “genitore perfetto”.

“Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere. Dalai Lama”

Federica Infantino
Dott.ssa Federica Infantino
Psicologa, Equipe Intrecci